Il nuovo dpcm firmato da Giuseppe Conte e pubblicato in Gazzetta ufficiale contiene provvedimenti più stringenti per contenere la diffusione del virus in Lombardia e in altre 14 province dove i contagi sono maggiori. E una serie di altre disposizioni valide su tutto il territorio nazionale.
Rispetto alla bozza iniziale, che ha cominciato a circolare nella serata di ieri, sono 14 e non le 11 le province, oltre alla Lombardia, interessate dalle misure più rigorose per frenare i contagi. È stato lo stesso premier a indicarle nel corso di una conferenza stampa notturna, spiegando che tutti sono chiamati a un gesto di “auto-responsabilità”. Si tratta delle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
MISURE PER LA ZONA ARANCIONE (Articolo 1 del dpcm 8 marzo 2020)
- Vietato entrare ed uscire dalla Lomardia e dalle province interessate
- Scuole chiuse fino al 3 aprile
- Bar e ristoranti aperti dalle 6 alle 18
- Chiuse palestre e piscine. Deroga per partite a porte chiuse
- Niente matrimoni né funerali. Chiusi cinema e teatri
- Ove possibile, anticipare le ferie
MISURE VALIDE PER IL RESTO D’ITALIA (Articoli 2 e 3 del dpcm 8 marzo 2020)
- Scuole chiuse fino al 15 marzo
- Chiusi cinema, teatri e musei
- Bar e ristoranti, palestre e piscine aperti ma con obbligo di distanziare i clienti
- Ove possibile, limitare gli spostamenti
- Divieto di permanenza in sale di attesa pronto soccorso
- Divieto di mobilità per soggetti in quarantena
- Niente cerimonie civili e religiose, compresi i funerali
- Divieto di mobilità per soggetti in quarantena
- Ove possibile, anticipare le ferie
- Trasporto pubblico e sanificazione dei mezzi
- Comunicazione all’Asl se si proviene da zone critiche
Il mancato rispetto delle disposizioni del decreto è punito ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale, come previsto dal decreto legge del 23 febbraio scorso, ossia con l’arresto fino a 3 mesi e fino 206 euro di ammenda.